L’importanza del contesto. Un racconto ironico di Kir.

Sabato 8 aprile abbiamo ospitato il primo dei workshops programmati per i nostri Incontri in Atelier: Barbara Fiorio ed il suo laboratorio di scrittura ironica, Come lanciare meringhe a un castello. Come sempre accade con Barbara, abbiamo lavorato molto ma ci siamo anche divertiti tantissimo. Pubblico qui un racconto ironico scritto da uno dei partecipanti, il quale ha scelto di firmarsi come Kir: descrive il suo rocambolesco arrivo nel nostro atelier.

“Venti alle otto di un sabato mattina.

Bevo un caffè e telefono a Guito che in realtà si chiama Diego ma ha la faccia da Guito. Dalla fermata della metro della Comasina alla stazione Centrale sono poche fermate.

Altro caffè con brioche in attesa dell’appuntamento con Sole e Marianna; nella stazione ci rincorriamo giocando a nascondino senza volerlo prima di incontrarci. Dopo pochi minuti siamo nella vera Milano, quella dei tram. La sciuretta meneghina, la sacerdotessa di Sant’Agostino, mi fissa negli occhi:

Tu sei uno da tram quattordici; in che direzione siete diretti?”

Grazie alla profezia arriviamo al luogo designato. Terzo caffè al bar e, attraversando la strada, siamo accolti da Barbara, Fragola, Maria Cristina e il suo cane. Supero la soglia di un posto da favola e girandomi urto con lo zaino un manichino ottocentesco di inestimabile valore, utilizzato come portacartoline.

Le cartoline svolazzano in tutte le direzioni come farfalle imbufalite. Tutti i bambini raffigurati si portano le mani alla bocca con gli occhi sgranati. Sudo freddo mentre il manichino fa un paio di volteggi su se stesso come un ballerino ubriaco e si accascia a terra.

I mille bambini, in coro, mi cantano: “Scemo…Scemo…”

Raccolgo la prima cartolina a portata di mano e gli piego un’orecchia. Colpirne uno per educarne cento, penso. Il coro si zittisce. Riprendo a respirare. L’ho sempre detto che il caffè mi rende nervoso.”

©Kir

 
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