A proposito di gioielli preziosi.

Anello con pietra e filo di ottone, 2019. Maria Cristina Codecasa Conti

Cosa rende prezioso un gioiello? O una pietra? I carati? La lavorazione? Il prestigio dell’azienda che li produce? Io penso che ciò che rende prezioso un gioiello sia la sua storia. Può essere prezioso per me un semplice anello d’argento ricevuto in dono da mia madre perché glielo ho sempre visto al dito e quell’anello per me “è” mia madre. Un anello come pegno d’amore comprato con grandi sacrifici che valgono ben più dei carati delle sue pietre. O quegli anelli che si tramandano di generazione in generazione all’interno di famiglie di cui raccontano storie, amori, dolori. Per definire la preziosità di un gioiello conta molto l’energia di chi lo fa o di chi te lo regala e l’energia dei luoghi dove sono state trovate le pietre o fusi i metalli. Mi sono fatta oggi un anello senza alcuna pretesa di preziosità o bellezza, utilizzando un sasso raccolto sulle sponde di un lago di montagna che per me è un luogo magico. Questo sasso porta con sé l’energia di quel luogo, che è una energia buona e potente, porta il vento che lì soffia sempre incessantemente, l’odore dell’erba ma anche della cacca delle mucche che vi pascolano felici, le ombre delle nubi sulle montagne e i richiami delle marmotte in allerta quando vedono arrivare il mio cane. Porta il silenzio primordiale e la memoria del ghiaccio e della neve che a lungo lo hanno coperto e nascosto prima che lo trovassi io. Desideravo molto creare con questo sasso un monile da portare con me, soprattutto nei prossimi giorni, soprattutto nei prossimi mesi, quando avrò bisogno di questa piccola pietra per ricordarmi dell’energia benefica e potente in cui viviamo spesso con colpevole indifferenza.

Maria Cristina Codecasa Conti

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