A Milano il 13 dicembre scorso è stata presentata una nuova sede milanese della scuola Penny Wirton presso il Laboratorio Formentini per l’Editoria in via Formentini 10 (zona Brera), che ospiterà gli studenti in uno dei suoi bellissimi spazi.
La scuola (che prende il nome dal piccolo protagonista di un romanzo di Silvio D’Arzo del 1948, “Penny Wirton e sua madre”) è stata fondata nel 2008 dallo scrittore Eraldo Affinati e dalla moglie Anna Luce Lenzi ed è presente attualmente in 20 città italiane. Penny Wirton è “un bambino povero e disprezzato, il quale non ha mai conosciuto suo padre e, dopo una serie di prove, conquista, nonostante innumerevoli fatiche, la propria dignità, grazie anche all’aiuto del supplente della scuola del villaggio.”. Sulle orme di quello che è stato l’esempio di Don Lorenzo Milani, la scuola “nasce da un sogno: insegnare la lingua italiana ai migranti come se parlare, leggere e scrivere fossero acqua, pane e vino. Senza classi. Senza voti. Senza burocrazie. Lavorando al presente con chi c’è, con quello che abbiamo. Cercando di dare a ognuno ciò di cui lui, o lei, ha bisogno.”
Perchè “Se si perde loro (gli ultimi) la scuola non è più scuola. E’ un ospedale che cura i sani e respinge i malati.” (Don Lorenzo Milani).
La scrittrice Laura Bosio, direttrice dei corsi, durante la presentazione della nuova sede ha raccontato le caratteristiche della Penny Wirton: una scuola gratuita, autofinanziata, apolitica e aconfessionale. Aperta da settembre a maggio, non richiede una iscrizione formale (la scuola accoglie studenti in qualunque momento dell’anno), né un obbligo di frequenza e non pone limiti di età.
Ogni studente ha un insegnante personale e questo consente una modellazione del programma di studio sulla singola persona in base anche al suo livello di alfabetizzazione. Gli studenti, infatti, arrivano alla Penny Wirton con una propria storia personale, spesso drammatica (la scuola lavora anche in collaborazione con organizzazioni umanitarie), alcuni di loro sono magari già laureati, altri potrebbero non avere mai imparato né a leggere né a scrivere. La scuola fornisce tutti gli strumenti di lavoro ed il libro base “Italiani anche noi” viene acquistato dagli insegnanti per i propri studenti.
Per insegnare, come volontari, alla scuola Penny Wirton non occorrono particolari requisiti “tecnici” (attestati, diplomi, certificazioni): è molto importante, invece, la propria idoneità umana – in termini di sensibilità, capacità di ascolto, disponibilità e generosità d’animo. Viene infatti messo in atto un patto formativo molto forte con gli studenti che coinvolge profondamente la dimensione etica di ciascuno di noi poiché, non dimentichiamolo, agli studenti viene anche restituita una identità, smarrita nel momento in cui, come immigrati, diventano spesso e volentieri (nella nostra quotidiana percezione) un numero, una statistica, una “minaccia”.
I principi base della scuola sono: diponibilità, accoglienza e movimento. Agli insegnanti si chiede una continuità responsabile, vale a dire l’assunzione di un impegno stabile con gli studenti. Ma poichè viene messo in conto che ciascuno di noi, al di là della buona volontà, può avere impegni personali, professionali, familiari, nell’insegnamento è prevista anche una intercambiabilità tra gli insegnanti di un singolo studente, nel rispetto di quello che è il programma di studi previsto e fino a quel momento attuato. Una dimostrazione del fatto che flessibilità e rigore non sono due concetti antitetici.
La presenza della Penny Wirton a Milano:
– Parrocchia San Giovanni in Laterano Via Pinturicchio 35, mercoledì/venerdì dalle 15 alle 17 (tel. 327/3939282, mail pennywirtonmilano@virgilio.it);
– Liceo Einstein e Liceo Artistico Orsoline: in queste scuole è stato avviato un progetto di alternanza scuola/lavoro per gli studenti del liceo; i ragazzi, seguiti dai docenti della Penny Wirton, insegnano, dopo la scuola, italiano agli immigrati. Un bell’esempio (da seguire) di alto valore sociale per avvicinare gli studenti italiani (e grazie al loro operato gli amici, le famiglie) al tema dell’immigrazione al di fuori del concetto di carità ma come reale integrazione umana e sociale.
Dal 19 gennaio 2019 la Penny Wirton apre dunque una sede, coordinata da Iaia Caputo, presso il Laboratorio Formentini (il giovedì dalle 16 alle 18).
Per quanto mi riguarda, poiché tra pochi giorni è Natale, penso che il dono migliore che noi possiamo fare (soprattutto -ed è un apparente paradosso- a noi stessi) sia la generosità del nostro tempo, del nostro cuore, della nostra esperienza nei confronti di chi ha avuto ed ha una vita drammaticamente diversa dalla nostra.
Io lo chiamo “il contagio del Bene”.
Chi volesse proporsi come docente alla Penny Wirton presso il Laboratorio Formentini può inviare una mail a Iaia Caputo o alla segreteria del laboratorio. Chi invece fosse interessato a proporsi in una delle altre sedi può verificare qui qual’è la scuola più vicina e contattarla. Coloro che invece, non potendo partecipare personalmente, volessero dare una donazione alla scuola possono trovare qui le informazioni necessarie. Nel frattempo, potete anche dare un’occhiata a questo servizio realizzato dal TG2 sulla scuola, che vi aiuterà ad “entrare nel vivo”.
“Per questo è importante che ciò che uno ha più degli altri -e tu hai qualcosa in più!- lo interpreti non come un merito, bensì come un dono, e metta a disposizione degli altri se stesso, insieme a tutto quello che ha e che voglia loro bene nonostante il loro essere diversi.” Eraldo Affinati, L’uomo del futuro
©Maria Cristina Codecasa Conti
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