Dieci domande per capire come si sta vivendo la quarantena.
Risponde Annagrazia Bono, Brescia.
1 Tutti dicono che la vita dopo la quarantena sarà diversa. Lo pensi anche tu?
Penso che già ora molte cose siano diverse. Dopo la quarantena la vita cambierà nella misura in cui ciascuno di noi sarà riuscito a porsi delle domande e a darsi delle risposte. Sono convinta che, quando finirà la quarantena, ci vorrà molta pazienza e si dovrà entrare in una dimensione di solidarietà e di ascolto reale dei bisogni. La “fretta” a cui eravamo abituati e che ci portava a pensare solo a noi stessi, dovrà essere rivista e ripensata. Spero che possa esserci un cambiamento in positivo, di maggior attenzione ai valori, facendo ognuno la propria parte pensando che l’altro è simile a me e non diverso da me. Ci sarà la possibilità di ascoltare i bisogni e muoversi per attivare dinamiche sociali autentiche.
Spero che l’artigianato e l’arte non debbano farne le spese e spero che non emerga la necessità di tornare alla vita frenetica che conducevamo prima della pandemia. Desidero che l’incontro con l’altro venga vissuto come bellezza e non con timore di contagio.
2 Come trascorri le tue giornate?
Mi alzo presto per fare meditazione, svolgo le faccende domestiche, studio per sostenere gli esami di arte terapia e ho colto l’occasione di questa quarantena per focalizzarmi sulla mia brand identity.
Godo della compagnia di mio figlio e di mio marito. Sono grata per questo.
3 In che modo ti tieni quotidianamente in contatto con i tuoi familiari, amici o colleghi di lavoro?
Video chiamate whatsapp, telefono, messaggi.
4 Quale delle tue abitudini ti manca di più?
Tutto sommato, la mia vita non è stata stravolta. Il fatto di essere obbligata a casa mi ha dato l’occasione che desideravo da tempo di avere TEMPO per le cose importanti, quindi l’abitudine che più mi manca, può essere, vedere mia figlia ogni volta che desidero.. Mi rendo conto che ho sempre dato per scontato ogni rapporto, ora gusto il sapore del desiderio. Sì, ecco, preferisco sostituire l’abitudine con il desiderio, perchè cambia la prospettiva.
5 In che cosa eri impegnato/a prima che scoppiasse la pandemia?
A cercare luoghi che mi ospitassero con i corsi e a realizzare origami e quaderni. Soprattutto a FARE, ma ora sento la necessità di approfondire il “perchè – come – a chi”.
6 Cosa ti pesa di più dell’isolamento?
Ci sono momenti in cui vorrei avere mia figlia qui vicino a me: coccolarci sul divano, chiacchierare con lei, metterci lo smalto a vicenda.
In verità, vivo questo tempo come una benedizione. Non mi pesa. Rifletto sul valore della libertà come possibilità di scelta.
7 Pensi che questa possa essere l’occasione di una crescita o trasformazione personale e collettiva?
La collettività è formata da individui. Se ciascun individuo riesce a trovare in questo periodo le opportunità per crescere e migliorare, allora ne godrà la collettività. Questo tempo può far aumentare l’empatia o la rabbia e la collettività sarà il risultato di ciò che l’individuo avrà alimentato maggiormente durante la quarantena.
La mia storia personale mi porta a cercare sempre le opportunità nelle difficoltà.
8 Questo periodo è stato un incubatore di nuove idee e progetti?
Assolutamente sì! Lavorare alla mia brand identity e dedicarmi senza interruzione allo studio mi ha dato l’opportunità di preparare un progetto a cui pensavo da tempo. Spero di avere la possibilità di attuarlo.
9 Nei prossimi mesi pensi di dover cambiare anche tu il tuo modo di lavorare?
Avendo un laboratorio creativo dovrò pensare a svolgere le mie lezioni in modo diverso. Dovrò attivarmi per realizzare corsi a pagamento sul mio gruppo chiuso di facebook perchè fino a quando ci sarà il distanziamento sociale non avrò la possibilità di incontrare le mie corsiste. In questo periodo ho realizzato un paio di tutorial gratuiti, e l’ho fatto con piacere, ma temo che questa gratuità non valorizzi l’artigianato, anzi, possa danneggiarlo. Nella difficoltà o per noia, tutti cercano tutorial gratuiti e si corre il rischio di far passare il messaggio che “gratuito” corrisponda a zero valore ed impegno. L’artigianato, come la musica, l’arte, la danza e il teatro sono attività fondamentali per veicolare messaggi importanti di ricominciamento e di impegno.
10 Il giorno che terminerà la quarantena, quale sarà la prima cosa che farai?
Premetto che non sto attendendo quel momento come se fossi un cavallo in attesa che mi aprano il cancelletto per lanciarmi nella corsa.
Con gioia, rivedrò mia figlia e mio genero. Con attenzione alla loro salute, rivedrò i miei genitori.
Andrò dalla parrucchiera!
Milano, aprile 2020.
(c) Maria Cristina Codecasa Conti