Leggo in questi giorni sui social commenti al vetriolo sulla presenza di Michelle Hunziker a Sanremo. Non si tratta solo di commenti sul suo look, sulla scelta degli abiti, sulle acconciature: questo fa parte del gioco ed è (o può essere) alla fine anche una cosa carina (io per esempio mi diverto sempre a leggere sui giornali le pagelle sui look di attori e cantanti). I commenti al vetriolo riguardano la Hunziker come persona. Non si tratta di critiche, si tratta di cattiveria allo stato puro. Perchè Michelle Hunziker potrà piacere o non piacere, non deve certo essere per forza una icona femminile di riferimento, ma sul fatto che sia una brava professionista, una donna che sa gestire la propria carriera con intelligenza e per di più molto carina – beh, su questo direi che c’è poco da discutere. Qualcuno ha scritto perfino “abbattetela”. Abbattetela?!? Ma ci rendiamo conto?
Beh, sapete chi scrive queste cose con tanta acredine e livore? Le donne. Sì, le donne – noi donne. Magari le stesse che al primo caso di femminicidio sono in pole position a postare pubblicamente la propria indignazione e ad additare il mondo maschile come un covo di bruti pervertiti, incapaci di articolare non dico parole ma nemmeno suoni, bravi solo ad usare la mazza. Anche in senso figurato.
Che accadrebbe se fosse un uomo a dire, riferendosi ad un personaggio pubblico femminile, “abbattetela”? Fiumi di righe stracolmi di indignazione scorrerebbero da tutte le parti, invocazioni di leggi normative decreti che tutelino le donne arriverebbero sia da destra che da sinistra, richieste di pubbliche scuse, messa alla gogna del responsabile della frase infelice, etc. etc..
Ebbene, a queste donne che in questi giorni vomitano il loro livore su Michelle Hunziker vorrei dire che stanno dimostrando ancora una volta un fatto semplice ed evidente, nel nostro quotidiano, a tutte coloro che non coprono i loro occhi con il velo dell’ipocrisia: il peggiore nemico delle donne sono le donne.
E la tanto sbandierata solidarietà femminile spesso rimane un concetto astratto e bellissimo: perchè è nel quotidiano che si inizia ad essere davvero solidali tra di noi, ricordiamocelo bene. La solidarietà è fatta di gesti e di parole, è fatta di scelte e di attenzione per l’altra, è fatta di rispetto reale. Sul lavoro, nella famiglia, nel privato. Le donne che in questi giorni stanno scrivendo queste cose stanno a mio giudizio dando un pessimo esempio, soprattutto alle giovani. Devo essere io a ricordare che esiste anche la violenza verbale? Ecco, i post che leggo in questi giorni per me sono una forma di violenza pura e semplice. Scritti da donne e diretti ad una donna.
Care amiche, finchè non saremo in grado di affrontare le nostre ombre sarà ben difficile riuscire ad essere davvero solidali tra di noi. Perchè prima di invocare rispetto dal mondo maschile, dobbiamo chiederlo a noi stesse. Pretenderlo tra di noi. Ed insegnarlo alle giovani, alle quali invece, in questi giorni, stiamo dando un ben triste spettacolo. Che non è Sanremo.
Solidarietà femminile? Verranno tempi migliori.
Almeno lo spero.
Testo ©Maria Cristina Codecasa Conti
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.