COMPLICITY | Ritratto di Famiglia: un progetto Le Troisième Songe per Pitti Bimbo 82.
Cucinare insieme una torta, leggere un libro, ballare sulle note di una musica latino americana, guardare un film divorando pop corn, passeggiare al parco con il proprio cane: è questa la complicità. Che unisce una nonna alla sua nipotina, un padre alla propria figlia, una mamma al suo bambino. Complicità significa condividere un percorso di crescita, esplorare insieme nuove strade. Con curiosità, intelligenza. Divertendosi. Complicità è saper ascoltare, è la generosità del tempo condiviso, il rispetto di ritmi che non sono i tuoi. Complicità è saper ridere insieme, ma anche piangere – a volte. Complicità è l’arte della pazienza, il mestiere della mediazione, l’esercizio della comprensione. Complicità è anche il dono del tempo condiviso, con gioia. Complicità è un armadio pieno di vestiti che passeranno di generazione in generazione, verranno indossati e reinventati, si adatteranno alle mode ma soprattutto alla personalità di chi li porta e racconteranno molto, più di mille parole. Ed è proprio la complicità quello che raccontano le fotografie del nostro look book: una galleria di ritratti che mostrano l’intesa di adulti e bambini, diversi tra loro per ruoli ed età ma con un denominatore comune: la parola AMORE.
#LTScomplicity #LTSritrattodifamiglia

Ginevra Carola è arrivata accompagnata dalla sua bella nonna Daniela e dal papà Francesco e si è a lungo guardata attorno comprensibilmente perplessa, forse intimorita dalla confusione di voci abiti luci in cui tutti stavamo annaspando. Poiché ama leggere insieme ai suoi genitori favole che parlano di orsetti, topolini e principesse, ho realizzato per lei una corona su misura: ed è stato proprio indossando questa corona che la piccola Ginevra è magicamente entrata nel ruolo da lei preferito, quello di Piccola Regina. Ma non certo una di quelle Piccole Regine capricciose e viziate circondate da una corte di adulti incapaci di porre dei limiti. Anzi. Con i suoi lunghi capelli, i suoi occhi dolcissimi e l’orgoglio per il suo regale copricapo, Ginevra ci ha conquistato tutti. Come con tutte le Altezze Reali, però, anche con lei e soprattutto con la sua timidezza abbiamo dovuto avere un trattamento di riguardo. Floriana, la nostra fotografa, ad un certo punto ha cortesemente invitato noi tutti (papà Francesco compreso) ad allontanarci dal set per rendere più agevole alla piccola l’esperienza di essere fotografata. Lontano da sguardi vigili ed “indiscreti”, accanto alla sua nonna Daniela, Ginevra si è finalmente rilassata, aiutata anche da una maxi confezione di pop corn che, conoscendo la sua passione per il cinema, avevamo preparato. Ed alla fine deve averci preso gusto, perchè l’abbiamo vista uscire dall’atelier smangiucchiando pop corn ed indossando la sua maestosa corona. Come ogni Regina che si rispetti 😉

Delia e Marika, o anche l’incantesimo dell’amore. Un incantesimo che non ha bisogno di troppe parole, bastano gli sguardi per comunicare: zia e nipote durante tutto il servizio si parlano con gli occhi. Ogni volta che qualcuno di noi dà un suggerimento per un movimento od una posa, Marika cerca in silenzio lo sguardo di zia Delia, come a dirle “Ok, va bene anche per te? Lo faccio?”. E quasi ci sentiamo degli intrusi in questa alchimia, ci muoviamo goffamente attorno a loro come degli elefanti in una cristalleria. Solo zia Delia può toccare i lunghi capelli neri di Marika: e forse ha ragione, perchè questi capelli sono forti e preziosi, raccontano una storia, una di quelle storie cui bisogna avvicinarsi in punta dei piedi, in silenzio, facendo attenzione. Con massimo rispetto. Per questo devono essere spazzolati con infinta dolcezza e lasciati il più naturale possibile. Marika è una bambina bellissima: sembra la protagonista di una delle favole a lieto fine della Disney ed il suo aspetto così dolce nasconde una forza ed un coraggio incredibili per la sua età (come ogni piccola eroina disneyana che si rispetti). Crescendo, avrà la fortuna di avere accanto a lei, oltre alla sua famiglia, anche questa zia così vitale, energica , curiosa che, sono sicura, prima o poi la trascinerà con sè in giro per il mondo per scoprire posti nuovi, vedere altri cieli, conoscere nuove persone. Perchè la vita è davvero bella. Ma Marika questo già lo sa.

Dopo dieci minuti che era entrato in atelier, Giacomo era già stato soprannominato The Prince. E non è stato un caso (almeno per me, che non credo alle coincidenze) scoprire poi che è nato lo stesso giorno di George Alexander Louis di Cambridge, meglio conosciuto come il figlio di William e Kate: Giacomo ha davvero le sembianze di un piccolo Lord, un proprietà di linguaggio notevole ed una sicurezza nel muoversi in ambienti non familiari che presuppongono una struttura della personalità molto forte. E’ arrivato da noi insieme a mamma Chiara, papà Lorenzo e zia Marta: bello, per me, vedere una generazione di giovani uomini e giovani donne che hanno voglia di investire sul progetto famiglia senza rinunciare a quello di costruire una propria dimensione professionale. Per le fotografie di Giacomo e Chiara, visto che una delle passioni che li accomuna è la lettura, avevamo preparato il nostro divano attorno al quale erano stati appoggiati un po’ di libri. L’idea era quella di ritrarli mentre, insieme, sfogliavano la pagine di un libro, un catalogo, un quaderno. Ma c’è qualcosa di più potente ed invincibile della cultura, di una fiaba, del racconto: le pizzette e le macchinine. Vuoi mettere il piacere di lanciare la tua macchinina contro la nostra fotografa rispetto a quello di scoprire se Hänsel e Gretel riusciranno a fuggire dalla casa della strega cattiva e a ritornare dal proprio babbo? Non ci sono proprio paragoni. Però Giacomo, che è un piccolo Lord, ci ha ricordato che un conto è il gioco ed un conto è l’educazione: perchè quando, sull’onda dell’entusiasmo per il lancio al giavellotto della macchinina, noi lo abbiamo incitato a salire sul divano per meglio abbracciare mamma Chiara, lui senza fare una piega ci ha guardati come si guarda un marziano che ci chiede qual’è il distributore più vicino per fare rifornimento alla sua astronave e ci ha detto: “Sul divano non si sale con le scarpe”. Con le orecchie basse come quelle di un cocker sopreso a rubare una coscia di pollo, non abbiamo potuto fare altro che dargli ragione, quasi scusandoci, e lo abbiamo premiato con una pizzetta.

Due sorelle davvero complici, Lea e Nicole. Non più bambine e non ancora ragazze, attraversano questo delicato momento di trasformazione e passaggio della propria vita con grazia innata e passo lieve. Tra poco sarà difficile distinguerle, per età, aspetto e bellezza, dalla loro giovane mamma Jasminka: camminando per strada sono sicura che verranno spesso scambiate per tre amiche. Nel frattempo, conservano, per fortuna, uno sguardo pulito e gioioso sul mondo, come se non dispiacesse loro abitare ancora un po’ il mondo magico dell’infanzia. Non hanno fretta di crescere, Lea e Nicole – e in tempi in cui si vedono bambine che a tredici anni sembrano già delle scafate ventenni (spesso sostenute da madri prigioniere del proprio narcisismo), queste due sorelle rappresentano per me il risultato dell’attenzione e dell’educazione di due genitori giovani ed intelligenti. Lavorare con Lea e Nicole è facile, seguono diligentemente le indicazioni che vengono date ma poi sono anche in grado di improvvisare, scompaginare un po’ le carte, giocare. Senza mai perdere il filo della traccia che devono seguire. Per le nostre foto, visto che amano andare al parco a giocare con il loro cane, abbiamo pensato di portare sul set anche la mia cagnolina, con la speranza che si dimostrasse una modella diligente come Lea e Nicole. Non è stata sufficiente una intera confezione di biscotti per cani per riuscire a calmare la cagnetta la quale, gasata dalla presenza delle due ragazze e dalla quantità industriale di snack a sua disposizione, tutto ha fatto tranne che restare ferma davanti all’obiettivo della macchina fotografica per più di dieci secondi. Senza contare che, terminati i suoi biscotti, ha tentato di assaggiare anche il dito di una delle nostre giovani modelle. Le quali, da bambine equilibrate ed intelligenti quali sono, non hanno fatto alcun dramma e, rimessosi i loro vestiti, sono corse a fare la loro meritata merenda.

Marta, un bel viso mitteleuropeo, metà italiana e metà tedesca, ha portato con sè la sua timidezza, il suo sorriso dolcissimo ed il suo mondo interiore che io immagino ricco e rigoglioso come una splendida foresta tropicale: per questo ho voluto vestirla con un abito in tessuto animalier, apparentemente in contrasto con la sua algida e naturale eleganza. Marta è uno di quei bambini che ti fanno capire l’importanza della parola “fiducia”. Che ci vuole tempo e pazienza per ottenere la fiducia di qualcuno (i bambini) e che dobbiamo (noi adulti) anche meritarcela. Che non tutti i bambini amano le smancerie ed i salamelecchi degli adulti. Che essere bambini non significa non essere in grado di cogliere sfumature, leggere tra le righe, e che noi adulti non dobbiamo sottovalutare l’attenzione e lo sguardo a volte severo che i bambini ci rivolgono. Marta e la mamma Francesca (che conosco da quando avevamo entrambe più o meno l’età di Marta) sono state fotografate sullo sfondo delle librerie dell’atelier poichè frequentare i luoghi abitati dai libri (biblioteche e librerie) è una delle cose che amano fare insieme. L’effetto finale un po’ dark, un po’ vittoriano, è esattamente quello che volevo per fare risaltare la luce che questa bambina porta con sè. Aspetto con affetto e curisità il giorno in cui Marta deciderà che forma dare al suo magico mondo.

Una bambina bionda dai grandi occhi azzurri e la sua giovane mamma entrano in punta dei piedi nel nostro atelier, regalandoci, di prima mattina, un sorriso luminoso. Sono le prime ad arrivare di una lunga giornata di lavoro, a loro spetta il difficile compito di rompere il ghiaccio. Valentina e Giada condividono la passione per il ballo ed è per questo che, per le nostre fotografie, abbiamo pensato di preparare loro una dance floor: danzeranno all’interno di un cerchio definito da tanti fili di luci natalizie appoggiati sul pavimento. Questo crea qualche problema tecnico alla nostra fotografa che, arrampicata su una scala da cantiere, inizia a dare istruzioni alle due neo modelle mentre tutte noi cerchiamo di metterle a proprio agio. Non è per niente facile per una bambina, nè per un adulto, che si ritrova in un ambiente nuovo ed in mezzo a persone sconosciute recuperare in pochi minuti la propria spontaneità vincendo la timidezza. Ed è per questa ragione che, sulle note della musica di Enrique Iglesias (il cantante preferito di Giada e della sua mamma Valentina), tutte noi iniziamo una sorta di danza tribale ed impacciata (io poi non ne parliamo) attorno a loro. La cosa funziona perchè ad un certo punto stiamo tutti ballando e se in quel momento qualcuno guardasse dentro l’atelier da una delle finestre potrebbe pensare solo due cose: trattasi di una scuola di danza. Oppure: queste sono tutte matte. Ma da quel momento è stato davvero più semplicere procedere col nostro lavoro: Giada e Valentina si sono rilassate e soprattutto hanno iniziato a divertirsi, ad entrare gioisamente nel ruolo, condividendo con noi la loro complicità di madre e figlia. Ed è stata proprio quest’ultima, Giada, a regalarmi uno dei momenti più commoventi della giornata: salutandomi con un abbraccio forte e silenzioso, una di quelle cose che scaldano il cuore.

Ringraziamenti:
- le nostre splendide modelle (Valentina, Francesca, Chiara, Jasmina, Delia e Daniela) ed i nostri piccoli modelli (Giada, Marta, Giacomo, Lea & Nicole, Marika e Ginevra Carola) che hanno partecipato al progetto Complicity, Ritratti di Famiglia fidandosi di me e delle persone con cui lavoro: grazie per la vostra fiducia.
- Floriana Mantovani, che ci ha fotografato.
- Greta Masperi, che ha truccato con grazia i nostri modelli grandi e piccoli.
- Giovanna Codecasa Conti
Testo ©Maria Cristina Codecasa Conti
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.