Run Kamala, run.

Oggi è una giornata storica per tutte le donne del mondo, indipendentemente dalle proprie convinzioni politiche: Kamala Harris, nata a Oakland da madre indo-americana immigrata da Chennai e da padre di origine giamaicana, è stata eletta Vicepresidente degli Stati Uniti d’America.

Ho seguito con passione la sua campagna elettorale, così come quella del Presidente eletto Joe Biden. Kamala Harris è una donna intelligente, preparata ma soprattutto vera, umana, empatica e con una risata contagiosa. Penso che queste doti abbiano contato molto nella sua vittoria.La vittoria storica di Kamala Harris è stata resa possibile dal lavoro, dalle sfide e dal coraggio (e anche dagli errori) delle donne che l’hanno preceduta. Al suo primo evento elettorale con Biden, Harris ha ricordato “tutte le donne eroiche e ambiziose che mi hanno preceduto, il cui sacrificio, la cui determinazione e la cui resistenza hanno reso possibile la mia presenza qui oggi”.

Come Victoria Claflin Woodhull, la prima donna in assoluto ad essere candidata per la Presidenza degli Stati Uniti: nel 1872 venne scelta dall’Equal Rights Party per la corsa alla Casa Bianca.

Come Tonie Nathan, la prima donna a ricevere un voto elettorale in un’elezione presidenziale degli Stati Uniti, nominata alla vicepresidenza del 1972 dal Libertarian Party e vicepresidente di John Hospers.

Come Geraldine Ferraro, candidata nel 1984 come Vicepresidente degli Stati Uniti d’America come running mate di Walter Mondale.

Come Madeleine Albright, prima donna a ricoprire la carica di Segretario di Stato degli Stati Uniti durante il secondo mandato presidenziale di Bill Clinton (1997-2001).

Come Condoleezza Rice, prima donna afroamericana a ricoprire la carica di Segretario di Stato degli Stati Uniti nella seconda amministrazione di George W. Bush (2004-2008).

Come Sarah Palin, scelta dal candidato presidenziale repubblicano John McCain come sua vice alle elezioni presidenziali statunitensi del 2008, diventando la prima donna a far parte di un ticket repubblicano.

Come Hillary Clinton, che nel 2016 ottenne la candidatura ufficiale per le successive elezioni presidenziali, diventando la prima donna a correre per la presidenza in rappresentanza di uno dei due maggiori partiti politici, e la terza in assoluto dopo Tonie Nathan e Victoria Woodhull.

Come Constance Baker Motley, prima donna afroamericana nominata alla magistratura federale, prestando servizio come giudice distrettuale degli Stati Uniti presso il tribunale distrettuale statunitense per il distretto meridionale di New York.

Come Fannie Lou Hamer, attivista statunitense per il suffragio e i diritti delle donne, nonché leader nel movimento per i diritti civili.


Come Shirley Chisholm, politica, accademica e attivista statunitense, membro della Camera dei Rappresentanti per lo stato di New York e prima donna nera eletta al Congresso.

Come Nancy Pelosi, prima donna Speaker della Camera dei rappresentanti e prima donna a guidare un partito politico in una delle camere del Congresso come capogruppo democratico.

Queste sono solo alcune di quelle che Hillary Clinton chiama “gutsy women” in un suo libro (The book of gutsy women: favourite stories of courage and resilience) che consiglio di leggere a chi è interessato alla storia degli Stati Uniti ma anche alle storie di donne coraggiose.

Le donne americane hanno ottenuto il diritto di voto il 18 agosto 1920.Ci sono voluti esattamente cento anni per arrivare a questa vittoria storica.

Continuiamo a correre: abbiamo ancora tanti traguardi da raggiungere.

(c) Maria Cristina Codecasa Conti