Un tardo pomeriggio uggioso, un cielo che prometteva tempesta ed invece si è improvvisamente aperto regalando un tramonto di luci insperate ed una bellissima serata. Una meritata e felice coincidenza per l’inaugurazione della mostra Umani a Milano nella Nuova Darsena di Milano. Luogo, quest’ultimo, rinato dopo decenni di attesa, progetti, contenziosi, pubblici dibattimenti e finalmente restituito alla città nella sua forma migliore: un centro di aggregazione open air, uno specchio d’acqua ( pulito, devo dire ) nel centro storico dove andare per fare una passeggiata o leggere un libro, un pezzo di memoria di quella Milano che, come scriveva Stendhal, nulla aveva da invidiare a Venezia.
Bella la mostra, ma bello soprattutto il progetto Umani a Milano di Stefano D’Andrea che lo ha inventato mutuando l’idea da Brandon Stanton, ideatore di http://www.humansofnewyork.com/.
Come scrive nel suo sito D’Andrea: “Umani a Milano ha come obiettivo aiutare la città a riconoscere se stessa mentre cambia, attraverso una moltitudine di specchi che la riflettono. Quegli specchi sono le immagini e le storie dei milanesi, che Umani a Milano raccoglie e racconta. Una persona al giorno, un incontro al giorno, dal maggio 2013, Umani a Milano dà a tutti la possibilità di conoscere il volto e cinque minuti della vita di un concittadino, senza nome, indicazione di luogo o data. La maniera più limpida e profonda di conoscere il prossimo, quella gratuita. Uno scatto, una stretta di mano, due parole e un sorriso. Il modo meno invasivo o costoso di avvicinare ciò che è lontano, e vedere cosa c’è dietro lo sguardo di chi incrociamo sui marciapiedi quotidianamente”.
Ma oltre ai colori pastello del cielo e ai riflessi argentati delle vecchie case milanesi nello specchio d’acqua della Darsena, la giornata mi ha regalato anche due bellissimi incontri umani ( appunto ): quello con Paolo Carlini, fotografo ( http://www.paolocarlini.it/ ) e contributor del progetto UAM ( insieme a Andrea Tilaro, Wanda Perrone Capano, Michele Gavazza e naturalmente Stefano D’Andrea) e Mauro, architetto, amico e compagno di studi all’Università che non vedevo da almeno un decennio. Per rendere perfetto questo incantesimo mancava l’amica Micol, anche lei architetto, anche lei compagna di studi, bloccata a casa da una gamba ingessata che le imbriglia la mobilità ma non la testa, sempre lucida, intelligente, acuta.
Una volta rientrata a casa, ho pensato più volte alle parole con cui Carlini, raccontando il progetto, ci dice che UAM racconta una normalità a cui noi non siamo più abituati, un ordinario che nella sua immediatezza e nella sua semplicità diventa straordinario ( https://www.facebook.com/stefano.dandrea.52/videos/o.1058717490854261/10207764940910154/?type=2&theater ).
Ed è da ieri sera che non mi levo dalla testa un pensiero, una idea, una voce: per essere felici basta davvero poco. Bisogna però avere la voglia di cercare nel nostro ordinario lo straordinario che c’è.
testo e foto ©Maria Cristina Codecasa Conti
Cosa: Mostra Umani a Milano, Nuova Darsena Milano – fino a domenica 1 novembre 2015. Aperto 7 giorni su 7, 24 ore su 24.
Con chi: Paolo Carlini ( fotografo ) e Mauro Schiavon ( architetto ).
Dove: Piazza XXIV Maggio, nel passaggio pedonale ricavato dalla nuova struttura Ex Sede del Mercato Comunale.
Quando: settembre 2015.
Per seguire Umani a Milano: http://umaniamilano.tumblr.com/, https://www.facebook.com/umaniamilano
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